Felicitazioni!

Lug 15, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

128

1 Canto delle salite.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.

2 Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

3 La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

4 Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.

5 Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

6 Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!

 

Potremmo parafrasare così il primo versetto: Felicitazioni e complimenti a chi onora il Signore facendo la sua volontà. Quest’uomo ha fatto centro: “vede il bene”, ha la vita.

Cosa ha ottenuto e di cosa vive quest’uomo? Ha il lavoro e non è di peso a nessuno, può mantenere la sua bella famiglia, animata da una donna che è “vite feconda” (diffonde vita) e figli che crescono bene, che fanno ben sperare per il futuro (“virgulti d’ulivo”). Un uomo così è un uomo felice, è un uomo benedetto: “vede/sperimenta il bene”.

Che la sua gioia, in un certo senso la sua “fortuna”, in realtà, la sua “benedizione” si allarghi agli altri, al mondo intero … partendo da Gerusalemme. Che tutto il popolo (Gerusalemme/Sion) possa “vedere il bene” che hai visto tu; essere felicitato come lo sei tu; essere benedetto come lo sei tu.

In altre parole (e si ritorna all’inizio), possa venire una discendenza che onori il Signore camminando nelle sue vie, come hai cercato di fare tu. Questa si chiama ed è davvero “pace(shalom) per Israele” e il mondo intero.

Domenica 14 Luglio 2024 – XV Tempo Ordinario – Anno B

Lug 14, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

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ANTIFONA DI INGRESSO:

Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Cf. Sal 16,15)

PRIMA LETTURA

Dal Libro del profeta Amos (Am 7,12-15)
In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 84

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

 

SECONDA LETTURA: Dalla lettera di San Paolo Apostolo aagli Efesini (Ef 1,3-14)

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
Parola di Dio

 

Alleluja, Alleluja

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco (Mt 6,7-13)

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore

Eredità del Signore sono i figli

Lug 13, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

127

1 Canto delle salite. Di Salomone.

Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella.

2 Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno.

3 Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.

4 Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza.

5 Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici
.

Abbiamo sentito: “se il Signore non fosse stato con/per noi … “, e si parlava di liberazione dal laccio/schiavitù. Ora sentiamo: “Se il Signore non costruisce la casa … “. Al Signore viene dato il merito della “liberazione”, ma ora anche della “costruzione”.

La “casa/città” è certamente Gerusalemme, ma richiama ben altro: la nostra stessa storia/vita. La casa/vita (nostra personale, ma anche delle chiese) va “costruita” e poi “custodita/guidata”. Ed è il Signore che presiede a queste due operazioni. Come? Paradossalmente e apparentemente fuori da ogni logica di resa o imprenditoriale, il Signore costruisce e guida la vita o le vite donando figli, qui, chiamati con la preziosa parola “sua eredità”.

         Non si nega l’impegno umano, che è costruire (tutti siamo costruttori), o stare attenti (tutti siamo sentinelle), o lavorare ogni giorno (tutti siamo sottomessi a orari precisi, mattina e sera) … Si dice però che l’impegno più grande, donato dal Signore stesso … nel “sonno2 dell’uomo, quindi tutto del Signore, … si dice che sua “eredità” è il generare, fare sì che ci sia vita (e non solo case, prodotti …).

Attenti a non banalizzare: tanti figli, tante sicurezze e vittorie! No, si vuol dire che, generando, l’uomo/donna diventano e “fanno popolo/famiglia”, escono cioè da situazioni di solitudine o di fatiche “vane”: dopo di te, non resta niente! [Bisogna aggiungere che, per grazia di Dio,si può  “fare popolo/famiglia” anche senza una generazione legata a questo mondo che passa …]

Nel tornare viene con gioia

Lug 12, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

126

1 Canto delle salite.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.

2 Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti: »Il Signore ha fatto grandi cose per loro».

3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

4 Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.

5 Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

6 Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Si parla del “ristabilimento della sorte di Sion”, altrimenti detto: “Quando il Signore fece ritornare il popolo di Sion dalla prigionia (in Babilonia)”. Bene, in quel tempo, “a noi sembrava di sognare”.

Finalmente il sorriso, finalmente la gioia! Perfino “le genti”, i pagani, hanno salutato l’evento come “una grande opera del Signore per noi”. Hanno capito che non potevamo essere noi gli artefici del ritorno, ma il Signore stesso.

Israele è come “i torrenti del Negev”: sempre asciutti e aridi, poi all’improvviso scrosciano acqua che ridà vita (a volte anche morte!).L’esilio, visto in sé stesso, è stato un cammino di lacrime e delusioni. Nulla faceva pensare a un “ritorno” datore di gioia e vita.

In realtà, agli occhi del Signore, l’esilio è stato una semina (“nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare”). Una semina che ha portato grandi frutti (“nel tornare viene con gioia, portando i suoi covoni”).

I covoni sono certamente i tanti doni che Israele ha ricevuto da Ciro (pensiamo ai doni che Israele ha ricevuto un tempo dagli Egiziani, prima dell’uscita dall’Egitto) ma il vero dono è il ritorno stesso. In senso spirituale e profondo, il ritorno coincide con la conversione o il cambiamento del cuore. [Ri-torno = con-versione] Solo questo dà vera e duratura gioia.

 

Il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre

Lug 11, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

125

1 Canto delle salite.

Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.

2 I monti circondano Gerusalemme, il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre.

3 Non resterà lo scettro dei malvagi sull’eredità dei giusti, perché i giusti non tendano le mani a compiere il male.

4 Sii buono, Signore, con i buoni e con i retti di cuore.

5 Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi il Signore li associ ai malfattori.
Pace su Israele!

“I monti”, nel contesto di questi salmi (come abbiamo già visto), hanno un significato minaccioso, o comunque pericoloso, perché possono essere (e di fatto lo furono) la sede di culti stranieri idolatrici.

Gerusalemme non deve avere paura, anche se si vede “cinta” da monti più alti di lei. Sa, perché lo sperimenta, di essere “cinta dal Signore, ora e sempre”.

Bisogna comunque abbandonarsi al Signore, avere fiducia in lui. Se così è, il piccolo “monte Sion (e quanti lo abitano) non vacilla, è stabile per sempre”.

“I monti” creano paura: in passato hanno esercitato una “guida empia” su Israele, così che è stato trascinato a fare il male (idolatria).

Di qui, la preghiera: “Sii buono (vuol dire, compi il bene) Signore con/per i buoni e i retti di cuore (sono questi che “confidano nel Signore, davvero)”. Ci sono anche quelli che non vanno per vie rette. Cosa fare? Ci penserà il Signore!

Se si compie la volontà di Dio camminando per vie rette (e non idolatriche) il Signore darà “il bene”: bene che qui è chiamato, giustamente, “pace/shalom” = relazione feconda con Dio e con gli altri, comunione .

Se il Signore non fosse stato con noi …

Lug 10, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Salmo 124

1 Canto delle salite. Di Davide.

Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele -,2 se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti,3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera.

4 Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi;

5 allora ci avrebbero sommersi acque impetuose.

6 Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.

7 Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.

8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra.

Sembra che l’orante voglia ricordare il tempo dell’esilio, quello di Babilonia.

C’è stato, allora, un grande pericolo per Israele: “eravamo assaliti … quando divampò contro di noi la loro collera … allora ci avrebbero travolte acque impetuose … ci avrebbero inghiottiti vivi”.

Israele, già
sulle soglie della morte come popolo, ha fatto un’esperienza straordinaria e nuova, tanto che può dire: “Siamo stati liberati” (vedi Esodo). Il popolo si paragona a una realtà piccolissima, quale è un “passero”. Meglio  ancora: un passero già preso al laccio! Ma il Signore “ha spezzato il laccio e noi siamo scampati”. [Bella e audace immagine, quella di un passero caduto nel laccio dei cacciatori: così siamo noi]

Cosa può dire questo popolo salvato dal Signore? “Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra”. E ancora: “Sia benedetto il Signore!”.

Se il Signore non fosse stato “in mezzo a noi” (così il greco e il latino) e “per/con noi” (così l’ebraico e la nostra traduzione). In tutti i casi, il Signore ha vissuto e vive i nostri tanti esili per … portarci fuori, liberarci!

Kyrie, eleison

Lug 9, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Salmo 123

1 Canto delle salite. Di Davide.

A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli.

Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni,
come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo,

troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

 

“Alzare gli occhi” significa pregare. In questo caso si prega il Signore che …“siede nei/sui cieli”. L’immagine poetica è eloquente. Noi alziamo gli occhi e vediamo i cieli sopra di noi; mentre Dio sta “nei/sopra i cieli”, si abbassa, anzi, si siede nei/sopra i cieli. Dunque, è un Dio veramente alto e potente!

Quale è il contenuto della preghiera?  È di vivere nella obbedienza al Signore, nella implorazione, nella fiduciosa attesa.

Sulla terra, uomini e donne vivono sempre una qualche sottomissione o implorazione, a volte scelta e a volte forzata; ad ogni modo, una sottomissione o implorazione che attende una fine.

Ma quale è la finalità, o meglio, la speranza che sostiene il cammino? È l’amore/misericordia. L’amore/misericordia del Signore non è un premio da raggiungere, ma un dono che accompagna; eppure, nella nostra esperienza, è un dono sempre da invocare.

L’espressione “amore/misericordia” (in questo testo) ha la tonalità del “perdono amorevole”. [Al riguardo, in greco, abbiamo la nota espressione eleison (Kyrie eleison) e in latino miserere (Miserere nostri Domine).

C’è urgenza di questo amore/misericordia che si fa perdono, perché nessuno ce lo dà. Anzi, “troppo a lungo abbiamo sopportato lo scherno dei gaudenti, il disprezzo dei superbi”. C’è una comprensibile stanchezza nel cammino/pellegrinaggio: stanchezza che non si volge però alla vendetta, ma alla domanda di quello che tanto ci manca (c‘è ma non l’avvertiamo): l’amore/misericordia di te, Signore!

Chiederò per te il bene

Lug 8, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Salmo 122

Canto delle salite. Di Davide.

Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore”!

Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.

Incomincia così il salmo: “Mi rallegrai, quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore. Dunque, non un viaggio religioso qualsiasi, fosse pure nella città più bella, ma si tratta di “andare alla casa del Signore”: la dimora del Signore, il luogo dove egli ha deciso di abitare. Di più, è un “andare assieme”. Si tratta di un viaggio comunitario; c’è il “noi” (andremo!).

Lo sguardo ammirato contempla l’opera del Signore, opera bella e perfetta: “una città compatta e che vive insieme”. Là salgono le tribù d’Israele, unicamente “per lodare il nome del Signore”; là si accoglie la Legge e si segue la via di Dio (“i troni del giudizio”).

È così, davvero? Il seguito del salmo si volge in preghiera, a indicare che così non è, ma … così deve essere. “Chiedete pace per Gerusalemme, perché possano vivere tranquilli quelli ti amano” …, quelli che ti visitano o ti desiderano. Pace su tutti! [Noi possiamo pensare, in modo un po’ ardito ma vero, che Gerusalemme è la comunità, la chiesa, la famiglia, l’umanità … sei anche tu!]

“Per i miei fratelli e i miei vicini io dirò: Su di te sia pace”. I “vicini” non sono più popoli nemici, ma compagni di viaggio, amici: sono … “mio prossimo”.

E, allora, poiché siamo tutti arrivati alla “casa del Signore”, al Signore stesso, cosa chiederò? “Chiederò per te il bene” [Per te … Gerusalemme, chiesa, comunità, famiglia, anima …]. Il bene, ciò che ti fa essere e stare bene, è il compiere la volontà del Signore … insieme! Come dire: amatevi tutti quanti, poiché siete fratelli/prossimi.

Domenica 7 luglio 2024 – XIV Tempo Ordinario – Anno B

Lug 7, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

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ANTIFONA DI INGRESSO:

O Dio, accogliamo il tuo amore nel tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende sino ai confini della terra;
è piena di giustizia la tua destra.

 

PRIMA LETTURA

Dal Libro del profeta Ezechiele (ez 2,2-5)
In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 122

I nostri occhi sono rivolti al Signore.

A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni.

Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.

 

SECONDA LETTURA: Dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (2Cor 12,7-10)

Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
Parola di Dio

 

Alleluja, Alleluja

Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco (Mt 6,1-6)

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore

Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra

Lug 6, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Salmo 121

1 Canto delle salite.

Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?

2 Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.

3 Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.

4 Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele.

5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.

6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.

7 Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita.

8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre.

La topografia dell’antica città di Gerusalemme ci aiuta a dare un senso semplice e vero a questo salmo.

Chi abita nell’antica città di Davide sta in una zona molto bassa, aggrappata a uno sperone di roccia. Pertanto, non può che … “alzare gli occhi verso i monti” che stanno attorno all’antica città e sono ben più alti. Su questi monti, come su tanti altri (chiamati “alture”) si veneravano divinità varie.

“Alzare gli occhi verso i monti” significa “pregare Dio”. Bene: io prego, ma quale dio prego, perché mi dia aiuto? “Il mio aiuto viene dal Signore”, quel Signore “che ha fatto cielo e terra” e non questo o quel monte!

Il mio Signore è vivo, non si addormenta: è un vero custode! Egli ti custodirà da ogni male … sempre (“quando esci e quando entri”)

Il mio Signore è come “ombra” che protegge il cammino e ti permette di viaggiare giorno e notte. [ricordiamo la nube dell’Esodo?]

Dunque. Mentre le divinità sui monti sono “statiche”, il mio Signore è custode, è ombra, è vivente che mi accompagna sempre … nel bello e nel brutto, nella gioia e nel dolore: mi sta acanto, vive con me e mi guida.