Il Signore è il mio vessillo

Apr 9, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Riprendiamo la nostra lettura quotidiana della Scrittura. Riprendiamo con l’episodio di Amalek che “venne a combattere contro Israele”. Siamo nel tempo pasquale: quale Amalek, quale nemico potrebbe rovinarci il dono e il cammino nuovo della Pasqua?

Esodo 17,8-16
8Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. 9Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». 10Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. 11Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. 12Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. 13Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.
14Allora il Signore disse a Mosè: «Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalèk sotto il cielo!». 15Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò “Il Signore è il mio vessillo” 16e disse:
«Una mano contro il trono del Signore!
Vi sarà guerra per il Signore contro Amalèk,
di generazione in generazione!».

Finora non abbiamo assistito a vere e proprie battaglie per quanto riguarda Israele. Questa è la prima battaglia che incontriamo nel cammino del deserto, ma non è una battaglia come si intende comunemente o come tante altre.

Israele, che ha un procedere faticoso ma pacifico, viene attaccato: “Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim”. L’iniziativa, dunque, non è di Israele; meno che meno, di Dio. La prima impressione è che Amalek sia una potenza come tante altre. Una potenza che non vede bene il passaggio di un popolo che gli può creare grandi problemi. Più in profondo, e a veder bene, si percepisce uno scontro tra il Dio di Israele e una potenza mondana che si fa dio, proprio come quando il nemico era Faraone.

Battaglia strana, dicevamo; si potrebbe dire, “battaglia santa”. Quindi, battaglia con vittoria che non è ottenuta dalle armi militari, umane, ma da Dio stesso attraverso la preghiera di Mosè sul monte. Non Mosè da solo (quasi diventasse lui dio: ci sono Aronne e Cur) e non con le sole sue forze. Mosè infatti ha in mano il bastone di Dio.

La strategia non si sofferma tanto in piano, là dove combattono le persone, ma sul monte, sui gesti di Mosè. Notiamo allora questi gesti: a) Mosè alza “la sua mano” (e non le sue mani … al plurale), alza cioè la mano col bastone; non è un gesto di semplice preghiera, ma di obbedienza, come gli aveva comandato il Signore, e quindi di fiducia nella parola di Dio; tutto si gioca sulla fede di Mosè. b) Le mani di Mosè si fanno pesanti.  Le mani (al plurale) indicano la forza di Mosè; ebbene la sua forza viene meno. c) Allora c’è la fede della comunità sacerdotale che lo aiuta; questo è significato dal gesto singolare di porre una pietra sotto Mosè e di sostenere le sue mani da parte di Aronne e Cur. Pietra (cioè fede/perseveranza) e Aronne e Cur (cioè popolo sacerdotale) sono le uniche armi della vittoria.

È bella, teologicamente parlando, la conclusione: “Così le sue mani (di Mosè) rimasero ferme fino al tramonto del sole”. [L’aggettivo “ferme” viene dalla parola ebraica “amen”, che indica fedeltà, fede, sicurezza. Come a dire: Mosè e la comunità sacerdotale sono stati fedeli, hanno perseverato … fino alla fine!

Occorre, dice il Signore, ricordare questo evento poderoso che segna l’avvio della “conquista” e ne dà il segno, le modalità, il senso profondo. È Dio che combatte per Israele! Questo evento va “scritto”, perché … sia letto e ricordato”. Israele (e anche noi) deve soltanto (ma quanto è difficile) leggere ed essere fedele … fino alla fine!

Nessuna alleanza sarà da farsi con la potenza mondana di Amalek: “Una mano contro il trono di Amalek! Vi sarà guerra per il Signore contro Amalek, di generazione in generazione”. Amalek viene a significare l’arroganza, la superbia, la forza o il potere del male contro il Signore: Amalek è “una mano (forza) contro il trono del Signore”.

Per questo, occorre dare un segno alla memoria. Ebbene, viene costruito un altare: un altare non per i sacrifici, ma per quello che significa, cioè, un altare che parla e può essere ascoltato, dice: “Il Signore è il mio vessillo”. L’altare ricorda e fa memoria feconda. che Dio è la nostra bandiera!

Annunciazione del Signore

Apr 8, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Luca 1,26-38

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Avevamo udito un angelo che diceva alle donne: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui.”

Un angelo dice ora a Maria: “Non aver paura, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”.

“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”. Il Vangelo di Luca continua così: “Alzatasi, Maria andò in fretta verso la regione montuosa”.

Ogni incontro col Signore è salvezza, purché noi accogliamo la sua parola in obbedienza. Allora ci alziamo, poiché siamo risorto; andiamo, poiché abbiamo lo Spirito; annunciamo Gesù risorto poiché siamo amati e salvati da lui.

 

Domenica 7 Aprile 2024 – II Domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia) – Anno B

Apr 7, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

Per accedere alla diretta streaming della Messa delle 10.00 clicca qui

ANTIFONA DI INGRESSO:

Come bambini appena nati
desiderate il genuino latte spirituale:
vi farà crescere verso la salvezza. Alleluia. (Cf. 1Pt2,2)

 

PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 4,32-35)
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 117

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

SECONDA LETTURA: Dalla Prima lettera di San Giovanni Apostolo  (1Gv 5,1-6)
Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
Parola di Dio

[SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.]

Alleluja, Alleluja

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura

Apr 6, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Marco 16,9-15

9Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.

12Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. 13Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
14Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto.  15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

 

I discepoli, udito che Gesù era risorto, non credettero. Non credettero a Maria Maddalena e non credettero ai due discepoli di Emmaus.

Alla fine Gesù apparve anche ai discepoli (gli Undici) “e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore”. Perché mai? “Perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto”.

Il rimprovero rivolto ai discepoli diventa una esortazione per noi. Non abbiamo visto Gesù risorto, ma siamo chiamati a “credere a quelli che lo hanno visto”. La fede, dunque, è adesione non tanto a verità sparse, ma alla Parola o Testimonianza apostolica sia di uomini che di donne.

Proclamare il Vangelo significa dire e dare testimonianza che Gesù è risorto. Quindi: vive, opera nel mondo con la forza del suo Spirito. Proclamare il Vangelo è dire e dare Vita. Il Vangelo è la notizia più bella, più sicura, più feconda, e che ci salva.

 

Si manifestò così

Apr 5, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 21,1-14

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

 

Gesù compare sulla riva del lago ad alcuni discepoli che stanno pescando inutilmente; dice loro di gettare le reti a destra della barca e prendono un’enorme quantità di pesci. Solo allora i loro occhi si aprono e riconoscono Gesù, il Signore risuscitato.

La pesca è simbolo della missione nella predicazione della parola. Essa stessa deve essere obbedienza alla parola del Risorto (“gettate la rete alla destra”). Il frutto della predicazione, allora, è grande. Quell’evento è “creato” dalla potenza della parola di Gesù … ora vivo, perché risorto. Il Risorto, poi, dona anche un cibo, pane e pesce: lui stesso presente e operante nella missione apostolica.

E’ soltanto nell’obbedienza alla parola del Risorto e nel partecipare al pasto da lui preparato che la chiesa trova forza e fecondità nella sua missione. L’autore commenta: “Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli”. Dopo … si manifesterà sempre e solo così!

 

Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno

Apr 4, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Luca 24,35-4

35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per compcritture  46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

 

Gesù compare in mezzo ai discepoli riuniti, mostra le mani e i piedi con le ferite dei chiodi, mangia in loro presenza per far vedere che non è un fantasma, m,a un uomo vivo. Inoltre spiega che la sua passione, morte e risurrezione erano state predette nelle Scritture.

Gesù riassume tutta la sua predicazione in questo concentrato: “Bisogna che si compiano tutte le parole scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. Uno, noi che leggiamo la Bibbia ci chiediamosi: ma cosa è scritto di Cristo? Tante sono le cose scritte su Cristo (Messia). Gesù le riduce a una: patimenti/morte e risurrezione/vita. Da questo deriva un impegno per l’ascoltatore credente: quello di predicare con la forza del risorto (“mio nome”) la conversione a tutti i popoli, vale a dire, che tutti i popoli credano in lui; e così abbiano il perdono dei peccati, a partire da Gerusalemme, cioè da Israele prima di tutti. In sostanza, è questo che ci dice la Bibbia. Quale grande apertura, quale speranza, quale vera consolazione!

 

Luca 24,13-35

Apr 3, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».

Gesù si unisce a due dei suoi discepoli stanchi e sfiduciati che vanno verso il villaggio di Emmaus. Egli durante il tragitto spiega le Scritture dimostrando che era necessario che il Cristo sopportasse le sofferenze per entrare nella gloria. Mentre siede a tavola, lo sconosciuto ripete il gesto di “spezzare il pane”. Solo allora lo riconoscono.

Non si può leggere fecondamente la Bibbia senza un riferimento o, se si preferisce, una “chiave di lettura” che te la faccia comprendere. La chiave non è una generica fede o una generica religiosità, ma è la persona di Gesù di Nazaret, più precisamente, la sua morte.

La sua morte, che è uno scandalo, non è un macigno da togliere per capire, ma una luce nuova per svelare il mistero del disegno di Dio. E’ il suo Spirito che, lavorando nella nostra povera fede, ci conduce alla comprensione, cioè all’accoglienza.

Ma è poi il suo amore per noi, quello che splende nella Eucaristia, nel “pane spezzato”, che ci dà di riconoscerlo, di amarlo e poi di annunciarlo con gioia ai fratelli.

Mio Padre e vostro Padre

Apr 2, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 20,11-18

11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro»». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

 

Due angeli annunziano a Maria Maddalena che colui che ella piange e cerca è risuscitato. Gesù stesso conferma quell’annunzio comparendole improvvisamente, chiiamandola per nome e dandole un messaggio per i discepoli: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mi0o e Dio vostro”.

Ma anche a lei Gesù dice di non ritornare al passato e di non compiacersi, solo per se stessa, che … “il mio Signore” è vivo. Le dice, infatti: “Smetti di toccarmi così!”. E’ iniziata una nuova creazione: sono vivo non solo per te, ma per tutto il mondo. Allora, “va dai miei fratelli e annuncia loro” che io, con la mia morte, ho fatto dono al mondo di quello che sono: sono figlio di un Padre che ora è anche vostro Padre; sono unito/alleato con un Dio che ora è anche vostro Dio; siete nella mia Famiglia che è ora … la vostra Famiglia.

Gesù venne loro incontro

Apr 1, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Matteo 28,8-15

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: «I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo». 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

 

“Con timore e gioia grande le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli”. E’ Gesù stesso che viene loro incontro. Esse la abbracciano e lo adorano. Ma lui le invita … “andate ad annunciare ai miei discepok che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Là, i discepoli “vedranno” nel senso che accoglieranno Gesù risorto e, da lui trasformati, la “visione” diventerà testimonianza di lui.

C’è un’altra “corsa” o camino. Le guardie, prezzolate, portano nel mondo un’altra “parola”: Gesù resta un … morto e basta!

Il nostro “parlare” di Gesù è soltanto racconto (pur corretto) di un grande personaggio finito male, o è annuncio di un ucciso/risuscitato e quindi di un Vivente che parla, ama, abbraccia e salva?

 

Non avevano ancora compreso la Scrittura che Gesù doveva risorgere dai morti

Mar 31, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. 10I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.

 

“Il primo giorno della settimana” parla di una corsa che può definirsi un “cammino”. Un cammino che conduce all’esperienza di una “assenza”: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto”.

Corre Maria Maddalena, corrono i discepoli: tutti sperimentano un’assenza. Ma questa assenza illumina e introduce in una “presenza” fino allora … non notata. La presenza è la Sacra Scrittura.

Correre alla Scrittura, credere e affidarsi ad essa è il cammino nuovo che ci fa sperimentare e godere l’incontro col Risorto. Solo così ogni nostro povero giorno è “il primo giorno della settimana”.