Chi è saggio comprende queste cose

Giu 26, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 14,2-10

2Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio, poiché hai inciampato nella tua iniquità. 3Preparate le parole da dire e tornate al Signore; ditegli: «Togli ogni iniquità, accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra. 4Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli, né chiameremo più «dio nostro» l’opera delle nostre mani, perché presso di te l’orfano trova misericordia».
5«Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira si è allontanata da loro. 6Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, 7si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano. 8Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, fioriranno come le vigne, saranno famosi come il vino del Libano. 9Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim? Io l’esaudisco e veglio su di lui; io sono come un cipresso sempre verde, il tuo frutto è opera mia».
10Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda; poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v’inciampano.

 

Tutto è trasformato, e trasformato … davvero, in profondità.

Il “ritorno” o conversione di Israele è segnata non da un cumulo di offerte di animali, ma dalla lode (nostre labbra), lode che parte dal riconoscimento delle iniquità commesse: è questo il piede buono! La lode, che suppone la confessione delle colpe e il perdono di Dio, è il vero “bene” che Dio accetta, invece dei ripetuti sacrifici.

In un cammino di “ritorno” non deve mancare il proposito. Ecco come è descritto: “Non ci salverà Assur, non ci salveremo da noi (“non cavalcheremo più su cavalli”)”. Soprattutto: “Non chiameremo più “dio nostro” l’opera delle nostre mani”. “Presso di te, Signore, l’orfano trova misericordia”. In questo contesto, Israele (noi) è l’orfano che trova amore.

Tutto procede da Dio (lo sposo) “che guarisce le infedeltà, ama profondamente”. L’amore di Israele per il Signore era come rugiada (per dire che non durava); ora, Dio stesso sarà “rugiada per Israele”: rugiada che fa crescere la vita, a partire dagli alberi.

Essi (alberi) daranno ombra, o meglio, l’ombra sarà il Signore stesso. E così … Israele “che cosa avrà ancora da spartire con gli idoli?”. “Io, il Signore, veglierò su di lui”. “Sono come un cipresso sempre verde”. Pertanto “il tuo frutto è opera mia”. Come dire: avrai raccolti abbondanti, non per opera degli dèi della natura, ma per opera mia.

Ascoltiamo il commento del redattore, che vale tanto per noi. Il rischio è di leggere il libro, e “non capire”. Occorre essere “intelligenti” o saggi per afferrare il significato del libro (e di ogni libro). Allora, devi sapere una cosa (e il significato può ridursi a questo): “Le vie di Dio sono diritte”, e “i giusti camminano in esse” … senza farsi tante domande. I non-sapienti o i malvagi non smettono di fare domande, di contestare  e … “inciampano”.

È invito, come sempre, a camminare nei sentieri della volontà di Dio (solo così si è saggi), e non a disquisire su tutto e su tutti. Dunque, chi cammina nelle vie di Dio, chi osserva la sua volontà perché considera “rette le vie di Dio” (e non le contesta) … questi è uno che “sta capendo”. fare la volontà di Dio è la via per “capire” l’agire di Dio nella storia, cioè “le sue vie”.

Dov’è o morte la tua peste?

Giu 25, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 13,4-14,1
4«Eppure io sono il Signore, tuo Dio, fin dal paese d’Egitto, non devi conoscere altro Dio fuori di me, non c’è salvatore fuori di me.
5Io ti ho protetto nel deserto, in quella terra ardente. 6Io li ho fatti pascolare, si sono saziati e il loro cuore si è inorgoglito, per questo mi hanno dimenticato.
7Perciò io sarò per loro come un leone, come un leopardo li spierò per la via, 8li assalirò come un’orsa privata dei figli, spezzerò la corazza del loro cuore, li divorerò come una leonessa; li sbraneranno le bestie selvatiche. 9Israele, tu sei rovinata e solo io ti posso aiutare!
10Dov’è ora il tuo re, che ti possa salvare? Dove sono i capi in tutte le tue città e i governanti di cui dicevi: «Dammi un re e dei capi»? 11Ti ho dato un re nella mia ira e con sdegno te lo riprendo.
12L’iniquità di Èfraim è chiusa in luogo sicuro, il suo peccato è ben custodito. 3I dolori di partoriente lo sorprenderanno, ma egli è figlio privo di senno, non si presenterà a suo tempo pronto a uscire dal seno materno. 14Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte?
Dov’è, o morte, la tua peste? Dov’è, o inferi, il vostro sterminio? La compassione è nascosta ai miei occhi».
15Èfraim prosperi pure in mezzo ai fratelli: verrà il vento d’oriente, si alzerà dal deserto il vento del Signore e farà inaridire le sue sorgenti,
farà prosciugare le sue fonti, distruggerà il tesoro e ogni oggetto prezioso.

1 Samaria sconterà la sua pena, perché si è ribellata al suo Dio.
Periranno di spada, saranno sfracellati i bambini; le donne incinte sventrate.

“Eppure io sono il Signore, tuo Dio, fin dal paese d’Egitto”.

Il richiamo alla “persona/identità” del Signore, manifestata in quello Egli che ha fatto (cura nel deserto, nutrimento di pane e di acqua) porta a questa conseguenza di vita: “Non devi riconoscere altro Dio all’infuori di me. Io solo sono il vostro Salvatore”. Così non è avvenuto! Infatti: “Una volta sazi, siete diventati orgogliosi e mi avete dimenticato”. E allora?

Risuona una parola durissima, detta con immagini popolari tratte dal mondo animale: “Perciò io sarò per loro come un leone … come un leopardo … come un’orsa privata dei figli … come una leonessa … “. Si può bene “immaginare” cosa può succedere a uno che si imbatte in simili animali!

Quello che non si riesce a immaginare è che ci sia Dio dietro a tutte queste operazioni! Che sia lui a dire: “Io voglio distruggerti, popolo di Israele! Chi potrà venirti in aiuto? Dovrebbe essere il re ad aiutarti, ma dov’è? Te lo avevo dato io, contro voglia e ora te lo riprendo”.

E, poi, l’altra immagine tratta dal mondo del parto/nascita, o meglio, da quel “figlio stupido (privo di senno) che non vuole uscire dal ventre della madre nel tempo stabilito”. È un modo letterario per affermare che Israele “non vuole uscire” dal peccato, cioè, non vuole convertirsi: trionferà su di lui la morte, … storicamente, l’esilio umiliante (vedi 14,1).

[Non cadiamo nell’errore di ritenere che le “immagini” siano esse stesse la rivelazione. Sono soltanto un veicolo o modo di esprimersi per capire “qualcosa d’altro”, più profondo e vero. Non fermiamoci, dunque, all’immagine. [Per analogia, pensiamo a Gesù che dice: ecco, io vi mando come agnelli in mezzo a lupi: mica noi siamo agnelli e gli altri sono lupi!]

Non cadiamo, poi, in un altro errore: pensare che sia “Dio in persona” a fare tutto questo. Quando si descrive una rovina, una distruzione, una morte, quale modo migliore c’è per dire che non sono fenomeni definitivi e che non è il male a guidare le cose e vincere, … se non dire “paradossalmente” che … è lui a combinare distruzione e morte! E se le combina lui (un Dio che ci ama), … sarà lui a farci uscire, a toglierci dal male assoluto (alla fine dei tempi) e dal peccato (oggi) e a darci la vita. Alla fine, dobbiamo capire che gli artifici letterari o i modi di dire applicati a Dio aprono alla fede/fiducia e quindi alla speranza, e non alla contestazione o alla confusione.

[1 Cor 15,35 legge il nostro testo in modo diverso. Dice che la vittoria sul peccato e sulla morte si “è compiuta” nella risurrezione di Gesù. Sono vere le due cose! Paolo opera una “rilettura” piena e definitiva, che guarda agli ultimi tempi, e che ha avuto il suo “inizio” in Gesù risorto e in quanti credono in lui]

Eppure io sono il Signore tuo Dio

Giu 24, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 12,1-13,3

1 Èfraim mi raggira con menzogne e la casa d’Israele con frode.
Ma Giuda è ancora con Dio e resta fedele al Santo».
2Èfraim si pasce di vento e insegue il vento d’oriente, ogni giorno moltiplica menzogne e violenze; fanno alleanze con l’Assiria e portano olio in Egitto.
3Il Signore è in causa con Giuda e punirà Giacobbe per la sua condotta,
lo ripagherà secondo le sue azioni.
4Egli nel grembo materno soppiantò il fratello e da adulto lottò con Dio, 5lottò con l’angelo e vinse, pianse e domandò grazia. Lo ritrovò a Betel e là gli parlò.
6Signore, Dio degli eserciti, Signore è il nome con cui celebrarlo. 7Tu ritorna al tuo Dio, osserva la bontà e la giustizia e poni sempre nel tuo Dio la tua speranza. 8Canaan tiene in mano bilance false, ama frodare.
9Èfraim ha detto: «Sono ricco, mi sono fatto una fortuna; malgrado tutti i miei guadagni, non troveranno in me una colpa che sia peccato».
10«Eppure io sono il Signore, tuo Dio, fin dal paese d’Egitto. Ti farò ancora abitare sotto le tende, come ai giorni dell’incontro nel deserto.
11Io parlerò ai profeti, moltiplicherò le visioni e per mezzo dei profeti parlerò con parabole».
12Se Gàlaad è una iniquità, i suoi abitanti non sono che menzogna;
in Gàlgala si sacrifica ai tori, perciò i loro altari saranno come mucchi di pietre nei solchi dei campi.
13Giacobbe fuggì nella regione di Aram,
Israele prestò servizio per una donna e per una donna fece il guardiano di bestiame.
14Per mezzo di un profeta il Signore fece uscire Israele dall’Egitto, e per mezzo di un profeta lo custodì.
15Èfraim provocò Dio amaramente, il Signore gli farà ricadere addosso
il sangue versato e lo ripagherà della sua offesa

Quando Èfraim parlava, incuteva terrore, era un principe in Israele.
Ma si è reso colpevole con Baal ed è decaduto.
2Tuttavia continuano a peccare e con il loro argento si sono fatti statue fuse, idoli di loro invenzione, tutti lavori di artigiani. Dicono: «Offrite loro sacrifici»
e mandano baci ai vitelli.
3Perciò saranno come nube del mattino, come rugiada che all’alba svanisce, come pula lanciata lontano dall’aia, come fumo che esce dalla finestra.

 

Insieme di oracoli abbastanza slegati, dei quali non è facile scoprire il nesso logico, ma raccolti sotto il tema del “processo contro la furbizia e presunzione di Israele” con riferimento all’antenato Giacobbe, del quale si ricordano alcuni episodi sfavorevoli o perlomeno diversamente intesi. Il motivo fondamentale del capitolo è: quale l’antenato, tale l’erede.

“Il Signore è in lite con Giuda e tratterà Giacobbe secondo la sua condotta. Lo ripagherà secondo le sue azioni”. L’autore (l’editore) mette tra parentesi il regno di Giuda, con un giudizio in via di “procedimento”; mentre attacca fortemente Israele, che ha in Giacobbe il suo antenato.

E proprio di Giacobbe si parla. Vengono citati due episodi della vita di Giacobbe, interpretati negativamente come segni di prepotenza: la nascita, che privò Esaù, suo fratello, del diritto di primogenitura, e la lotta con Dio, durante la quale Giacobbe si arrogò l’elezione con mezzi puramente umani.

Ora, Israele continua a ripetere queste sopraffazioni con il suo comportamento verso Dio e i fratelli. Il racconto fatto da Osea subisce una “reinterpretazione”: nel testo di Genesi Giacobbe riesce a neutralizzare l’individuo misterioso con cui combatte, mentre nel testo di Osea sarebbe l’angelo ad avere la meglio e Giacobbe deve implorare grazia. [Questo ci mostra la grande libertà di approccio allo stesso evento, in quella che viene chiamata dagli esegeti “rilettura”]

“Efraim ha detto: Sono ricco”. Il comportamento ingiusto e fraudolento ha prodotto il risultato sperato: la ricchezza; essa è indicata attraverso due termini che fanno intravedere un gioco di parole in ebraico: Efraim ha trovato la ricchezza (on), ma ha trovato anche la colpa (avon).

Pongo questa momentanea conclusione ad un brano veramente “massacrato (letterariamente!)”. Ecco cosa dice il Signore: “E tu (Efraim) al tuo Dio ritorna, misericordia e diritto osserva, spera nel tuo Dio ogni giorno”.

Efraim, può presentare il suo lusso, la sua ricchezza, l’abbondanza dei suoi sacrifici nel culto, … assieme però alla cocciutaggine dei suoi peccati e alla sua incancrenita idolatria. A questa arroganza spirituale, Dio contrappone sé stesso, nei tanti gesti compiuti dall’esodo in poi. E contrappone anche un giudizio. “saranno come nube del mattino, come rugiada che all’alba svanisce, come pula lanciata lontano dall’aia, come fumo che esce dalla finestra. Fuori da questa bella immagine cosmica, campestre, familiare il testo dice chiaramente: “Il Signore gli farà cadere addosso il sangue versato e lo ripagherà della loro offesa”.

Domenica 23 Giugno 2024 – XII Tempo Ordinario – Anno B

Giu 23, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

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ANTIFONA DI INGRESSO:

Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo, o Signore,
e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre. (Cf. Sal 27,8-9)

 

PRIMA LETTURA

Dal Libro di Giobbe (Gb 38,1.8-11)
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 106

Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.

Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.

Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.

Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.

 

SECONDA LETTURA: Dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (2Cor 5,14-17)

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Parola di Dio

 

Alleluja, Alleluja

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,35-41)

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore

Ero per loro come uno chi solleva un bimbo alla sua guancia

Giu 22, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 11,1-11

Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
2Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi.
3A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. 4Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. 5Non ritornerà al paese d’Egitto, ma Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi. 6La spada farà strage nelle loro città, spaccherà la spranga di difesa, l’annienterà al di là dei loro progetti. 7Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo.
8Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele?
Come potrei trattarti al pari di Adma, ridurti allo stato di Seboìm?
Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
9Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira.
10Seguiranno il Signore ed egli ruggirà come un leone: quando ruggirà,
accorreranno i suoi figli dall’occidente,
11accorreranno come uccelli dall’Egitto,
come colombe dall’Assiria e li farò abitare nelle loro case.
Oracolo del Signore
.

È un papà che racconta di suo figlio. La novità e bellezza è che questo papà è immagine … di Dio stesso. Quante immagini abbiamo di Dio nelle Scritture; alcune ci sembrano poco adatte a descriverlo e silenziosamente (più o meno) le rifiutiamo. Oggi, lasciamo parlare … “al/sul (nostro) cuore” questa immagine! Non c’è retorica, non c’è sentimentalismo, ma alta e profonda teologia spirituale, per una educazione filiale.

La “giovinezza” di Israele coincide col tempo dell’Esodo. Il passaggio dalla schiavitù alla liberazione e al successivo ingresso nella terra è frutto dell’amore di Dio: amore che si è incarnato nel chiamare a essere figlio.

La vita del figlio Israele nella terra, cioè il suo cresce è stato un disastro! Eppure, l’attività educativa (nel deserto) era stata preziosa. Certo, Dio doveva “correggere” per insegnare a camminare, ma questi “insegnamenti” erano un “tenere per mano”. Certo, Dio doveva condurre per vie anche dure, ma questa “conduzione” era fatta con “legami d’amore”, era un “abbracciarlo”, un “sollevarlo fino alla guancia”, un “chinarsi per dare a mangiare”. [Bisogna applicare questi gesti al “parlare di Dio” … anche oggi: ogni sua parola, ogni suo comando, ogni suo rimprovero, ogni sua esortazione … altro non è che “amore incarnato”, amore che si abbassa per portare a lui. Chi obbedisce è perché è stato sollevato fino al suo volto e ha incontrato uno sguardo d’amore.

Ma questo ragazzo, Israele (anche noi?) non ha obbedito, non ha accolto la bellezza e la forza dell’amore nelle parole del suo Signore/Papà. È scritto: “Il mio popolo è duro a convertirsi”.

È scritto anche: “Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? … Il mio cuore si commuove (lett. è sconvolto/distrutto = sta cambiando) dentro di me … sicché non darò sfogo alla mia ira”.

Tutto questo, perché? Forse, perché ti sei convertito? No, è “perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira”. Dire che Dio è “santo” è dire che è diverso, non come noi, “non uomo”. Ma, la sua diversità o santità non sta tanto nella sua potenza o eternità ecc, ma si gioca tutta sull’amore. [L’evangelista Giovanni scriverà: “Dio è amore”]

“Seguiranno il Signore … “. Siamo di fronte una ennesima improvvisa “rilettura”. L’ultimo redattore del libro di Osea ci vuol dire che la “diversità/santità” di Dio si è realizzata col ritorno di Israele/Giuda dalla schiavitù di Babilonia. E così … sempre si realizzerà!

E’ tempo di cercare il Signore, finché egli venga

Giu 21, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 10,1-15

Vite rigogliosa era Israele, che dava sempre il suo frutto; ma più abbondante era il suo frutto, più moltiplicava gli altari; più ricca era la terra, più belle faceva le sue stele. 2Il loro cuore è falso; orbene, sconteranno la pena!
Egli stesso demolirà i loro altari, distruggerà le loro stele.
3Allora diranno: «Non abbiamo più re, perché non rispettiamo il Signore. Ma anche il re, che cosa potrebbe fare per noi?». 4Dicono parole vane, giurano il falso, concludono alleanze: il diritto fiorisce come pianta velenosa nei solchi dei campi.
5Gli abitanti di Samaria trepidano per il vitello di Bet-Aven; è in lutto il suo popolo e i suoi sacerdoti ne fanno lamento, perché la sua gloria sta per andarsene. 6Sarà portato anch’esso in Assiria come offerta al gran re. Èfraim ne avrà vergogna, Israele arrossirà per i suoi intrighi.
7Perirà Samaria con il suo re, come un fuscello sull’acqua. 8Le alture dell’iniquità, peccato d’Israele, saranno distrutte, spine e cardi cresceranno sui loro altari; diranno ai monti: «Copriteci» e ai colli: «Cadete su di noi».
9Fin dai giorni di Gàbaa tu hai peccato, Israele. Là si fermarono, e la battaglia non li raggiungerà forse a Gàbaa contro i figli dell’iniquità?
10«Io voglio colpirli: si raduneranno i popoli contro di loro, perché sono attaccati alla loro duplice colpa. 11Èfraim è una giovenca addestrata, cui piace trebbiare il grano. Ma io farò pesare il giogo sul suo bel collo; attaccherò Èfraim all’aratro
e Giacobbe all’erpice.
 2Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga e diffonda su di voi la giustizia. 13Avete arato empietà e mietuto ingiustizia, avete mangiato il frutto della menzogna.
Poiché hai riposto fiducia nella tua forza e nella moltitudine dei tuoi guerrieri,
14un rumore di guerra si alzerà contro il tuo popolo e tutte le tue fortezze saranno distrutte. Come Salmàn devastò Bet-Arbèl nel giorno della battaglia
in cui la madre fu sfracellata sui figli,
15così sarà fatto a te, casa d’Israele,
per la tua enorme malvagità. All’alba sarà la fine del re d’Israele.

È un canto su Israele, che suona come un lamento.

Il benessere e la pace, frutto della terra che è dono del Signore, sono la rampa che porta lontano da Dio, invece che alla gratitudine e alla fedeltà.

Cos’è che non ha funzionato? È il cuore: “il loro cuore è falso”. È un’intenzione, una volontà che finge alleanza, in realtà tradisce! Dio stesso interverrà a sciogliere legami falsi, e non darà ascolto a preghiere lamentose o propositi scritti sull’acqua, che sono come “veleni”.

Tutto il sistema economico/religioso/sociale è in rovina: il popolo, i sacerdoti, il re, il culto. Tanto che scoppierà la grande vergogna e la voglia di scomparire a motivo del benessere trasformato in ribellione idolatra: “Diranno ai monti: Copriteci, e ai colli: Cadete su di noi”. [vedi Apocalisse 6,16: “Dicevano ai monti e alle rupi: cadete sopra di noi e nascondeteci da Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché è venuto il grande giarno della loro ira, e chi potrà resistervi?” Vedi anche Luca 23,30]

Non deve più sorprendere l’insistenza “letteraria” che racconta di un Dio soggetto e attore di ogni male capitato o che capiterà a Israele: “Io farò, io distruggerò, io attaccherò … In realtà tutto il male capitato a Israele proviene dalla sua stoltezza (anche politica) e dalla voglia divoratrice dell’Assiria.

Ci sarebbe una via d’uscita. È scritto: “Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga e diffonda su di voi la giustizia”. Peraltro, smettete di “arare empietà e mietere ingiustizia, porre fiducia nelle vostre forze e nella guerra … “. Se non smettete, “un rumore di guerra si alzerà contro il tuo popolo e tutte le tue fortezze saranno distrutte … All’alba sarà la fine del re d’Israele”. L’alba segna la vittoria o la sconfitta, la vita o la morte, il perdono o il giudizio. In questo brano, l’alba annuncia il giudizio di Dio; e … saranno guai se non si “cerca il Signore” nella via della conversione.

Un grembo infecondo e un seno arido

Giu 20, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 9,1-17

Israele, non rallegrarti fino all’esultanza come gli altri popoli,
perché hai praticato la prostituzione,abbandonando il tuo Dio, hai amato il compenso della tua prostituzione su tutte le aie per il grano.
2L’aia e il tino non li nutriranno e il vino nuovo verrà loro a mancare.
3Non potranno restare nella terra del Signore, ma Èfraim ritornerà in Egitto e in Assiria mangeranno cibi impuri. 4Non faranno più libagioni di vino al Signore, non gli saranno graditi i loro sacrifici, saranno per loro come pane di lutto: quanti ne mangiano diventano impuri.
Il loro pane sarà tutto per loro, ma non entrerà nella casa del Signore.
5Che cosa farete nei giorni delle solennità, nei giorni della festa del Signore? 6Ecco, sono sfuggiti alla rovina, l’Egitto li accoglierà, Menfi sarà la loro tomba. I loro tesori d’argento passeranno alle ortiche e nelle loro tende cresceranno i cardi.
7Sono venuti i giorni del castigo, sono giunti i giorni del rendiconto,
Israele lo sappia! Il profeta diventa pazzo, l’uomo ispirato vaneggia
a causa delle tue molte iniquità, per la gravità del tuo affronto.
8Sentinella di Èfraim è il profeta con il suo Dio; ma un laccio gli è teso su tutti i sentieri, ostilità fin nella casa del suo Dio. 9Sono corrotti fino in fondo, come ai giorni di Gàbaa; ma egli si ricorderà della loro iniquità, chiederà conto dei loro peccati.
10Trovai Israele come uva nel deserto, ebbi riguardo per i vostri padri,
come per i primi fichi quando iniziano a maturare; ma essi, appena arrivati a Baal-Peor, si consacrarono a quell’infamia e divennero una cosa abominevole, come ciò che essi amavano.
11La gloria di Èfraim volerà via come un uccello, non più nascite né gravidanze né concepimenti. Anche se allevano figli, io li eliminerò dagli uomini; guai a loro, se io li abbandono. 13Èfraim, lo vedo come una palma piantata in luoghi verdeggianti. Èfraim tuttavia condurrà i figli al macello.

14«Signore, da’ loro. Che cosa darai?». Un grembo infecondo e un seno arido! 15Tutta la loro perversità si è manifestata a Gàlgala, è là che ho preso a odiarli. Per la malvagità delle loro azioni li scaccerò dalla mia casa, non avrò più amore per loro; tutti i loro capi sono ribelli.
16Èfraim è stato percosso, la loro radice è inaridita, non daranno più frutto. Anche se generano, farò perire i cari frutti del loro grembo».
17Il mio Dio li respingerà, perché non gli hanno obbedito; andranno raminghi fra le nazioni.

 

Osea vuole spiegare perché il Signore è costretto a punire il suo popolo. La ragione fondamentale è che Israele si è allontanato dal Signore per seguire altre divinità. Questo tradimento si accentua con la stipula dell’alleanza con l’Assiria: tale atto non era solo un gesto formale e giuridico, ma comportava conseguenze nell’ambito religioso, in quanto le divinità pagane erano invocate come garanti del patto sottoscritto tra i contraenti. Questo scatena la punizione divina, che si concretizza nell’esilio del suo popolo proprio in Assiria. Inoltre, il comportamento equivoco di Israele, che stabilisce trattative segrete con l’Egitto, per cercare di arginare lo strapotere assiro, provocherà una seconda schiavitù di Israele in Egitto.

“Israele, non rallegrarti fino all’esultanza come gli altri popoli”. Hai avuto benessere (le immagini sono tratte dalla vita agricola), stai bene … ma tutto questo è “il compenso delle tue prostituzioni”. Pensi, cioè, che il bene ti sia dato da altre divinità alle quali ti sei affidato e legato. Così, sei diventato “come gli altri popoli”. Attenzione! Tutto questo finirà: il giorno del ringraziamento per i raccolti fatti (festa delle Capanne) si trasformerà nel “giudizio di Dio” contro di te.

“Voi dite: questo profeta è un pazzo, l’uomo ispirato vaneggia. Voi lo disprezzate così, perché il vostro peccato è troppo grande, troppo violento il vostro odio per lui”. E invece: “Il Signore ha mandato il profeta come sentinella su Efraim … proprio nella terra del Signore, la gente è nemica del Signore. Sono ormai corrotti del tutto.” Ecco la finale: “Egli si ricorderà della loro iniquità, chiederà conto del loro peccato.”

Il Signore ricorda il suo amore per Efraim: “E’ stato per me come trovare uva trovata nel deserto … mangiare i primi fichi della stagione”. Il Signore dice il suo amore e la sua gioia nell’aver incontrato Israele! Ma il popolo si è voltato dalla parte di altri dèi. E allora finirà il suo benessere: “Non ci saranno più neonati, né donne in attesa di un figlio, né saranno concepiti bambini … Perché non gli hanno obbedito: andranno vagabondi tra le altre nazioni”. E’ una punizione di Dio o è una scelta sgraziata che nasce dalle nostre ribellioni e dalle idolatrie di turno?

Israele ha rigettato il bene

Giu 19, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 8,1-14

1 Da’ fiato al corno! Come un’aquila piomba sulla casa del Signore la sciagura
perché hanno trasgredito la mia alleanza e rigettato la mia legge.
2Essi gridano verso di me:«Noi, Israele, riconosciamo te nostro Dio!».
3Ma Israele ha rigettato il bene: il nemico lo perseguiterà. 4Hanno creato dei re
che io non ho designati; hanno scelto capi a mia insaputa. Con il loro argento e il loro oro si sono fatti idoli, ma per loro rovina.

5Ripudio il tuo vitello, o Samaria! La mia ira divampa contro di loro; fino a quando non si potranno purificare? 6Viene da Israele il vitello di Samaria, è opera di artigiano, non è un dio: sarà ridotto in frantumi. 7E poiché hanno seminato vento, raccoglieranno tempesta. Il loro grano sarà senza spiga, se germoglia non darà farina e, se ne produce, la divoreranno gli stranieri.
8Israele è stato inghiottito: si trova ora in mezzo alle nazioni come un oggetto senza valore.
9Essi sono saliti fino ad Assur, sono come un asino selvatico, che si aggira solitario; Èfraim si è acquistato degli amanti. 10Se ne acquistino pure fra le nazioni, io li metterò insieme e cominceranno a diminuire. sotto il peso del re e dei prìncipi. 11Èfraim ha moltiplicato gli altari, ma gli altari sono diventati per lui un’occasione di peccato. 12Ho scritto numerose leggi per lui, ma esse sono considerate come qualcosa di estraneo. 13Offrono sacrifici e ne mangiano le carni, ma il Signore non li gradisce; ora ricorda la loro iniquità, chiede conto dei loro peccati: dovranno tornare in Egitto.
14Israele ha dimenticato il suo creatore, si è costruito palazzi; Giuda ha moltiplicato le sue città fortificate. Ma io appiccherò il fuoco alle loro città e divorerà i loro palazzi.

È una delle tante pagine in cui il soggetto dell’opera è Dio in persona. Il fatto è che l’opera in oggetto è … una guerra di distruzione! Quindi (lo pensano in tanti, e forse anche noi) … Dio è un “guerriero senza pietà”. In realtà, il profeta annuncia quello che Dio farà … “l’ultimo giorno”. Allora, e … solo allora, farà “il giudizio ultimo/finale”.

Il giudizio per chi? Certo per tutto il mondo, ma incominciando “ora” da Israele (e noi). “perché hanno trasgredito la mia alleanza e rigettato la mia legge”. Storicamente, le cose sono andate così: Israele viene reso schiavo da “Assur”, dall’Assiria: quell’Assiria che Israele ha eletto come protettore e col quale aveva fatto un’alleanza di vassallagio. Dietro e dentro ai capi dell’Assiria ci sono altri dèi, altri riti, altri costumi … che Osea, secondo l’immagine sottesa, chiama “gli amanti”. Pertanto, Israele è caduto in … adulterio, Israele è … sposa che tradisce!

I “capi d’accusa” o i “tradimenti”: i peccati. In modo solenne e retorico Israele dice: “Noi ti riconosciamo Dio di Israele”, ma (ecco i peccati) … a) Israele ha rigettato il bene (cioè “me“), nel senso che non sono più io a guidarli, ma “hanno creato (al mio posto!) dei “re” che io non ho designato; b) “con il loro oro e il loro argento si sono fatti idoli” (si parla del “tuo vitello, o Samaria” e noi pensiamo al vitello dell’Esodo … anch’esso ridotto in frantumi! c) “Efraim si è acquistato degli amanti”, s’intende, ha fatto alleanza con l’Assiria; d) “Efraim ha moltiplicato gli altari, ma gli altari sono diventati per lui un’occasione di peccato”, cioè, l’idolatria ha contaminato il culto: culti sincretisti e qualunquisti; e) “ho scritto molte leggi per lui, ma egli le sente estranee”; f) il popolo pecca, e crede di mettere tutto a posto “offrendo sacrifici e mangiando le carni (sono i sacrifici di comunione), in realtà, il popolo ritorna alla schiavitù significata dall’Egitto; g) infine “Israele ha dimenticato il suo creatore (lett: colui che lo ha fatto) e si è fatto (costruito) palazzi”. È facile dimenticare il Signore, quando uno è tutto volto a fare per sé.

Una focaccia immangiabile!

Giu 18, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 7,1-16

1 Mentre sto per guarire Israele, si scopre l’iniquità di Èfraim e la malvagità di Samaria, perché si pratica la menzogna: il ladro entra nelle case e fuori saccheggia il brigante.2Non pensano, dunque, che io ricordo tutte le loro malvagità? Ora sono circondati dalle loro azioni: esse stanno davanti a me.

3Con la loro malvagità rallegrano il re, rallegrano i capi con le loro falsità.
4Sono tutti adùlteri, ardono come un forno in cui il fornaio non attizza più il fuoco, in attesa che la pasta preparata lieviti. 5Nel giorno della festa del nostro re sommergono i capi in fiumi di vino, fino a far sì che egli si comprometta con i ribelli.
Perché il loro intimo è come un forno, pieno di trame è il loro cuore, tutta la notte sonnecchia il loro furore e al mattino divampa come fiamma.
7Tutti ardono come un forno e divorano i loro governanti. Così sono caduti tutti i loro sovrani
e nessuno si preoccupa di ricorrere a me.
8Èfraim si mescola con le genti, Èfraim è come una focaccia non rivoltata.
9Gli stranieri divorano la sua forza ed egli non se ne accorge; la canizie gli ricopre la testa ed egli non se ne accorge.
0L’arroganza d’Israele testimonia contro di loro; non ritornano al Signore, loro Dio, e, malgrado tutto, non lo ricercano.
11Èfraim è come un’ingenua colomba, priva d’intelligenza; ora i suoi abitanti domandano aiuto all’Egitto, ora invece corrono verso l’Assiria. 12Dovunque si rivolgeranno stenderò la mia rete contro di loro e li abbatterò come gli uccelli dell’aria, li punirò non appena li udrò riunirsi. 13Disgrazia per loro,
perché si sono allontanati da me! Distruzione per loro, perché hanno agito male contro di me!
Li volevo salvare, ma essi hanno proferito menzogne contro di me.
14Non gridano a me con il loro cuore quando gridano sui loro giacigli.
Si fanno incisioni per il grano e il vino nuovo e intanto si ribellano contro di me.
15Eppure io ho addestrato il loro braccio, ma essi hanno tramato il male contro di me. 6Si sono rivolti, ma non a colui che è in alto, sono stati come un arco fallace. I loro capi cadranno di spada per l’insolenza della loro lingua e nella terra d’Egitto rideranno di loro.

Israele, Efraim e Samaria non sono tre popoli, ma lo stesso popolo chiamato in modo diverso. Il profeta vuol dirci che il male/tradimento è ovunque, e che non si riesce ad arginare; e che questo grande male sta … “davanti a Dio”, il quale ne chiederà conto. Di che male si tratta?

Sono le congiure di palazzo. La metafora del forno mette bene in rilievo il furore omicida, l’ardore che distingue la classe dirigente del paese: in dodici anni, quattro re sono stati assassinati. [Spesso, il banchetto, cui seguivano orge, era luogo di tradimento e di delitto] “Così sono caduti tutti i loro sovrani e nessuno si preoccupa di ricorrere a me”. Sono congiure di palazzo (e equidi mali) che non nascono certamente dalla volontà del Signore: segnano soltanto un accrescersi di ribellioni e peccati.

Ma c’è un’altra cosa da dire: “Efraim si mescola tra le genti”. Cosa succede, allora? Succede che “gli stranieri divorano la sua forza, senza che egli se ne accorga”. Questa parola è diretta contro le alleanze che fa Israele con gli altri popoli, alleanze che fanno perdere forza e identità nella fede. [Bella l’immagine della focaccia cotta solo da una parte, quindi … immangiabile! E anche della “colomba ingenua”, vezzosa e un po’ stupidina!]

Un’altra cosa ancora: “Volevo salvarli, ma il loro comportamento verso di me è falso. Non pregano me con sincerità … Non gridano a me con il loro cuore … Si fanno dei tagli sul corpo come gli altri popoli. Sono veramente ribelli. Si volgono altrove e non a me”. C’è falsità, insolenza, superbia, stupidità …, in una parola, idolatria continuata e consumata!

Anche la politica (il costruire la polis terrena) sta “davanti a Dio”: egli ne chiederà conto!

 

Il vostro amore è come una nube del mattino

Giu 17, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Osea 6,1-11

«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. 2Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. 3Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra».
4Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce.
5Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: 6poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.

7Ma essi come Adamo hanno violato l’alleanza; ecco, così mi hanno tradito.
8Gàlaad è una città di malfattori, macchiata di sangue. 9Come banditi in agguato una ciurma di sacerdoti assale e uccide sulla strada di Sichem,
commette scelleratezze.
10Orribili cose ho visto a Betel; là si è prostituito Èfraim, si è reso immondo Israele. 11Anche a te, Giuda, io riserbo una mietitura,
quando ristabilirò la sorte del mio popolo.

Quanto leggiamo all’inizio del capitolo, è una bellissima preghiera, perfetta in ogni sua parte. C’è la voglia di “ritornare al Signore”, poiché “è lui che ci ha straziato”, ma “è sempre lui che ci guarirà”. “Dopo due giorni (un tempo breve) ci ridarà vita e il terzo giorno ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza”.

Non manca una ulteriore esortazione: “Affrettiamoci a conoscere il Signore” … E si dà per sicura la sua venuta: puntuale come “la pioggia d’autunno e come la pioggia di primavera che feconda la terra”. Una preghiera folgorante, che coglie il segno. Non sembra proprio!

La risposta del Signore è carica di amore, ma di un amore … ferito, perché tradito! “Il vostro amore – dice il Signore – è come una nube del mattino, come rugiada che all’alba svanisce”. Amore pieno di slancio, ma che dura poco: un fuoco di paglia! È per questo (continua il Signore) che ho mandato profeti a correggervi. Ma non li avete ascoltati, e allora … siete andati in braccio alla morte.

Sappiate che non voglio belle preghiere o abbondanza di sacrifici. “Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio e non gli olocausti”. Amore e conoscenza si incontrano. Ma l’amore non è fatto solo di parole, e la conoscenza non si risolve nel sapere. Si potrebbe chiudere il concetto così: Io incontro Dio quando lo amo, e lo amo quando osservo i suoi comandi. Amore e comando non si respingono, ma si baciano: così si crea un vero incontro.

Purtroppo, non avviene così. La storia di Israele (e anche le nostre storie, a livelli diversi) è segnata da “violazione di alleanza”, veri e propri “tradimenti”, da “sangue versato”, da “cose orribili in Sichem e a Betel” compiute da sacerdoti … s’intende con questo il culto di Dio mescolato a quello degli idoli nei santuari, che nel linguaggio ormai noto è “prostituzione” o “adulterio/tradimento”.