E avverrà in quel giorno …

Osea 2,16-25

Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. 17Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor
in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
18E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: «Marito mio», e non mi chiamerai più: «Baal, mio padrone». 19Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal e non saranno più chiamati per nome. 20In quel tempo farò per loro un’alleanza con gli animali selvatici e gli uccelli del cielo e i rettili del suolo;
arco e spada e guerra eliminerò dal paese, e li farò riposare tranquilli.
21Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza,
22ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. 23E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; 24la terra risponderà al grano, al vino nuovo e all’olio e questi risponderanno a Izreèl. 25Io li seminerò di nuovo per me nel paese e amerò Non-amata, e a Non-popolo-mio dirò: «Popolo mio», ed egli mi dirà: «Dio mio»».

Ma perché le cose si trasformino davvero, occorre l’intervento stesso di Dio.

“Perciò, ecco, io la sedurrò … “. Per non pensare a un intervento “magico” o “una volta per tutte”, forse è bene immaginare un “processo” operato da Dio: un processo che deve “entrare” nello scorrere di tutta una vita, per plasmarla in modo nuovo: una vita di comunione vera.

a) “La sedurrò”. Bisogna lasciare emergere tutti i significati (anche contrastanti) che questa parola può suggerire, non ultimo, quello di “ingannare”. Come dire: Farò sì che si lasci ingannare/convincere/condurre. In definitiva, che si lasci attrarre da me (Signore)

b) “La condurrò nel deserto”. Il cammino riparte da una prova seria. Dal deserto, in cui non ci sono aiuti e voci, ma solo silenzio e paura.

c) “Parlerò sul/al suo cuore”. Proprio nel deserto, Dio  fa udire la sua voce “a te”voce ben diversa dalle altre voci, perché entra “sul/nel cuore”, cioè nell’intimo/profondo … Si può intendere questo “parlare al/sul cuore” come un gesto di amore, un innamorarsi con proposta di matrimonio. [“parlare sul cuore”, in altre parti della Bibbia, significa innamorarsi/amare]. Il parlare di Dio “sul nostro cuore” è sempre un … innamorarsi/amarci

d) “Le renderò le sue vigne … “. Lo sposo viene con dote abbondante!

e) “Là mi risponderà … “. Il testo greco dice: “sarà resa piccola/umile”. L’obbedienza non può venire che dalla piccolezza, che è abbandono dell’orgoglio.

f) “E avverrà in quel giorno … “. Non si tratta di un giorno temporale o di una data, ma tanto spesso richiamato “giorno del Signore”. Questo “giorno” è la punta, l’apice, il “compimento del processo”. Compimento e Frutto (diciamo noi cristiani) vissuti e realizzati nel mistero pasquale di Cristo; vissuti e non ancora pienamente realizzati nel sacramento del battesimo; vissuti e perfettamente realizzati al/nel ritorno glorioso del Signore.

g) Ebbene, il Frutto è la comunione nella forma/atto di un matrimonio riuscito.

h) “Ti farò mia sposa per sempre … “. Perché ci sia il “per sempre”, occorrono le seguenti note. Giustizia e diritto = ascolta le mie parole e mettile in pratica; amore e benevolenza = amore che si dona; fedeltà e conoscenza = Impegno che porta all’incontro, al rapporto intimo e profondo.

i) “E avverrà in quel giorno … “. Comunione cosmica, feconda, felice.

l) “Io li seminerò di nuovo sulla terra … “. Sarà una seminagione o dispersione che raccoglierà tutti i popoli. Non solo Israele, ma tutti: “Amerò Non-amata (i popoli) e a Non-popolo-mio (i popoli) dirò Popolo-mio. Ed egli (Israele e i popoli) mi dirà Dio-mio.”