Io sono una straniera

Rut 2,1-13

Noemi aveva un parente da parte del marito, un uomo altolocato della famiglia di Elimèlec, che si chiamava Booz. Rut, la moabita, disse a Noemi: «Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare». Le rispose: «Va’ pure, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori. Per caso si trovò nella parte di campagna appartenente a Booz, che era della famiglia di Elimèlec.

Proprio in quel mentre Booz arrivava da Betlemme. Egli disse ai mietitori: «Il Signore sia con voi!». Ed essi gli risposero: «Ti benedica il Signore!». Booz disse al sovrintendente dei mietitori: «Di chi è questa giovane?». Il sovrintendente dei mietitori rispose: «È una giovane moabita, quella tornata con Noemi dai campi di Moab. Ha detto di voler spigolare e raccogliere tra i covoni dietro ai mietitori. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora. Solo adesso si è un poco seduta in casa». Allora Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto». Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi. Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti».
Ella soggiunse: «Possa rimanere nelle tue grazie, mio signore! Poiché tu mi hai consolato e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave».

 

Compare un uomo, di nome Booz, persona “altolocata (gibor)” ricca e influente, parente di Noemi. Questo Booz era della famiglia di Elimelec (nome che significa Dio è il mio re) marito (morto) di Noemi.

Rut, straniera e povera, vuole mantenersi col suo lavoro, e chiede a Noemi di andare a spigolare. [Nella cultura antica, anche in Israele, il povero aveva accesso libero alla spigolatura, dietro ai mietitori]

“Per caso si trovò nella parte di campagna appartenente a Booz.” Bello e significativo è il saluto … tra persone che lavorano e il datore di lavoro: “Il Signore sia con voi” e la risposta dei lavoratori: “Il Signore ti benedica” … ovviamente con un buon raccolto!

Il sovrintendente ai lavori presenta così l’anonima spigolatrice: “È una giovane moabita, quella tornata con Noemi dai campi di Moab. Ha detto di voler spigolare e raccogliere tra i covoni dietro ai mietitori. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora. Solo adesso si è un poco seduta in casa”. 

Booz mostra un atteggiamento accogliente, fatto di poche (bellissime) parole: “Figlia mia, non andare a spigolare in un altro camponon allontanarti di qui … sta insieme alle mie serve … tienile d’occhio e cammina dietro a loro … ho detto ai mei giovani di non toccarti … quando avrai sete, va a bere come tutti gli altri … “[purtroppo, abbiamo davanti altre scene …!]

Rut è grata e risponde così: “Come mai mi prendi così a cuore e sei tanto gentile con me? … Io sono straniera”. Booz ha sentito parlare di lei e dice: Alla morte di tuo marito non hai pensato di farti una famiglia, ma hai aiutato tua suocera vedova e sola. Hai abbandonato i tuoi: padre, madre, terra per venire presso gente che prima non conoscevi … Il Signore, Dio di Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti, ti dia una ricompensa generosa (lett. ti riempia) per questa azione.

La risposta di Rut mostra umile gratitudine, ma anche delicata audacia femminile quando dice: “Tu mi hai consolata (mi hai fatto respirare/vivere), perché hai parlato al/sul cuore della tua serva, benché non sia neppure come una delle tue serve. Possa trovare ancora il tuo favore, mio signore. [ricordate l’espressione “parlare al/sul cuore”, già trovata nel profeta Osea? Espressione che, fra i tanti significati che racchiude, può intendere l’amore]