Farò quanto mi dici

 

Rut 3,1-8

Un giorno Noemi, sua suocera, le disse: «Figlia mia, non devo forse cercarti una sistemazione, perché tu sia felice? Ora, tu sei stata con le serve di Booz: egli è nostro parente e proprio questa sera deve ventilare l’orzo sull’aia. Làvati, profùmati, mettiti il mantello e scendi all’aia. Ma non ti far riconoscere da lui prima che egli abbia finito di mangiare e di bere. Quando si sarà coricato – e tu dovrai sapere dove si è coricato – va’, scoprigli i piedi e sdraiati lì. Ti dirà lui ciò che dovrai fare». Rut le rispose: «Farò quanto mi dici». Scese all’aia e fece quanto la suocera le aveva ordinato. Booz mangiò, bevve e con il cuore allegro andò a dormire accanto al mucchio d’orzo. Allora essa venne pian piano, gli scoprì i piedi e si sdraiò.
Verso mezzanotte quell’uomo ebbe un brivido di freddo, si girò e vide una donna sdraiata ai suoi piedi. Domandò: «Chi sei?». Rispose: «Sono Rut, tua serva. Stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto». Egli disse: «Sii benedetta dal Signore, figlia mia! Questo tuo secondo atto di bontà è ancora migliore del primo, perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi che fossero. Ora, figlia mia, non temere! Farò per te tutto quanto chiedi, perché tutti i miei concittadini sanno che sei una donna di valore. È vero: io ho il diritto di riscatto, ma c’è un altro che è parente più stretto di me. Passa qui la notte e domani mattina, se lui vorrà assolvere il diritto di riscatto, va bene, lo faccia; ma se non vorrà riscattarti, io ti riscatterò, per la vita del Signore! Rimani coricata fino a domattina». Ella rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina e si alzò prima che una persona riesca a riconoscere un’altra. Booz infatti pensava: «Nessuno deve sapere che questa donna è venuta nell’aia!». Le disse: «Apri il mantello che hai addosso e tienilo forte». Lei lo tenne ed egli vi versò dentro sei misure d’orzo. Glielo pose sulle spalle e Rut rientrò in città.

Arrivata dalla suocera, questa le chiese: «Com’è andata, figlia mia?». Ella le raccontò quanto quell’uomo aveva fatto per lei e aggiunse: «Mi ha anche dato sei misure di orzo, dicendomi: «Non devi tornare da tua suocera a mani vuote»». Noemi disse: «Sta’ tranquilla, figlia mia, finché non sai come andrà a finire la cosa. Di certo quest’uomo non si darà pace, finché non avrà concluso oggi stesso questa faccenda».

 

Un tempo erano le famiglie o i clan a disporre per il matrimonio degli appartenenti. Così fa anche la suocera Noemi. “Devo trovarti una sistemazione che ti faccia star bene”, dice Noemi.

Ecco la strategia a breve, visto che già quella sera c’era la festa della fine mietitura: “Lavati, profumati, mettiti il mantello e scendi all’aia”, dove c’è la festa. Lascia che tutti mangino e bevano, tieni d’occhio Booz e, senza che se ne accorga, coricati accanto a lui, tutta la notte. Si tratta di una ritualità che è … proposta di matrimonio. Attendi che lui si risvegli … “ti dirà lui ciò che dovrai fare.”. “Farò quanto mi dici” è la risposta umile di Rut che, così dicendo, si rivela già un perfetto Israelita.

“Scese all’aia e fece quanto la suocera le aveva detto … “. Booz, con tutta la comitiva, “mangiò, bevve e con il cuore allegro andò a dormire accanto al mucchio d’orzo”. Ad un improvviso risveglio, nota una donna che le dorme accanto: è Rut! Con una formula tradizionale, ella chiede di essere accolta come sposa (lett. “stendi la tua ala sulla tua serva, perché tu hai il diritto di sposarmi”)

In questi gesti e in queste parole, l’autore vuole farci notare la fedeltà dei due alla legge e alla tradizione. Le parole di Booz sono benedizione per la straniera: “Sii benedetta dal Signore, figlia mia”. Vede nel gesto di Rut un “secondo atto d’amore”. Il primo è stato quando ha scelto di stare con Noemi, una suocera povera e sola. Il secondo quando ha accettato di sposare un vecchio, piuttosto che tornare a casa e sposare un bel giovane. In fondo, è un atto d’amore verso … il Dio d’Israele con le leggi che egli ha dato: atto d’amore, atto di fedeltà. Tutto questo è compiuto da una giovane donna vedova, straniera, lontana dalla sua gente: donna che Booz chiama “di valore o forte o perfetta”. [Il libro di Rut vuole darci una grande lezione sugli stranieri, sul modo di accoglierli, sul rispetto e dignità che hanno e meritano]

“Farò per te tutto quanto chiedi … “. Ma c’è tutta una procedura da rispettare, prima di arrivare al matrimonio. “Se l’altro parente più stretto (che ha un diritto di riscatto) … non vorrà riscattarti, io ti riscatterò, per la vita del Signore”. Ancora a notte fonda, Booz congeda Rut, non senza averle donato una buona quantità d’orzo, dicendo: “Non devi tornare da tua suocera a mani vuote”. “Glielo pose sulle spalle e Rut rientrò in città”.

Volete che Noemi non le chiedesse … “com’è andata, figlia mia?”. Noemi la rassicura: “Rimani qui, finché non saprai come andrà a finire la cosa”. È invito a stare calmi, ad avere fiducia in Dio e nell’uomo di Dio. “Di certo quest’uomo non si darà pace, finché non avrà concluso oggi stesso questa faccenda”. [Letteralmente la frase è più contorta: al posto di “faccenda” si ha “parola”. In fondo, anche Booz attende che … accada la parola. Il fare la volontà di Dio è attendere che si faccia, accada, “cada su di noi” la parola]