La Sabbionara

Santuario della Beata Vergine del Carmine

A cura di Aurelia Casagrande

La chiesa della Beata Vergine del Carmine, posta sulla riva del torrente Samoggia lungo la strada che conduce a Castelfranco, risulta già esistente nella seconda metà del XVI secolo. È conosciuta comunemente come chiesa della Sabbionara, poiché la leggenda vuole che l’icona della Madonna venisse trovata sotto la sabbia del fiume. Il santuario è, con la parrocchiale di S. Stefano e con l’oratorio di S. Maria del Suffragio, una delle tre chiese attualmente presenti a Bazzano.

L’esistenza di sabbionaraquesto edificio già alla fine del Cinquecento è suffragata dal verbale di un’adunanza tenuta il 24 settembre 1586 nella chiesa parrocchiale di S. Stefano dal visitatore generale, inviato dal cardinale Paleotti, arcivescovo di Bologna; questo documento, in cui la chiesa viene definita “oratorio”, attesta che in essa si celebrava spesso e dunque che vi era una notevole frequentazione da parte dei fedeli. [1]

In seguito al richiamo dell’autorità ecclesiastica, in occasione della visita pastorale del 18 settembre 1600, l’edificio venne tinteggiato esternamente di rosso e internamente di bianco, come era uso per tutte le chiese ‘curate’, e il tabernacolo fu posto sull’altare. [2]

Negli anni seguenti si provvide sempre a rinfrescare queste tinte, seguendo le disposizioni date durante le visite pastorali successive.

Il santuario in origine era di dimensioni inferiori a quelle attuali, poiché una porzione della chiesa odierna era in realtà occupata dal portico, che si apriva sulla parte anteriore dell’edificio, aggiunto alla costruzione nel 1630, in occasione della ristrutturazione del santuario avviata in quell’anno. Nel registro delle entrate e delle spese della chiesa si legge infatti: “Adì [primo di settembre 1630]. Per far [s]cavar li fondamenti di quattro pilastri per il portico [si sono] pagati lir due di denari". [3]

La ristrutturazione dell’edificio comportò anche la costruzione della sacrestia, che venne iniziata nel 1631, e l’acquisto di una campana nuova per il campanile. [4]

Questo primo restauro della Sabbionara fu operato per volontà di alcune famiglie bazzanesi, grate alla Madonna per averle scampate dalla terribile epidemia di peste, che in quegli anni aveva fatto numerosissime vittime anche nel nostro territorio. Dalla Nota di tutte le persone che hanno fatto elemosina per la fabbrica della chiesa della Beata Vergine Maria della Sabbionara si evince che, per far fronte alle spese del restauro, si raccolsero offerte per ben ventitre anni. [5]

Originariamente dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, la chiesa mutò intitolazione, quando, contestualmente ai lavori di ristrutturazione dell’edificio, vi fu eretta la Confraternita della Beata Vergine del Carmine. Questo sodalizio venne sancito il 20 marzo 1631 tramite bolla del padre Filippo Castagnoli dell’ordine Carmelitano del convento di S. Martino Maggiore di Bologna, in occasione della sua venuta a Bazzano come predicatore. [6]sabbionara_interno

Nel 1879, a spese dell’economo parrocchiale Don Alessio Lodi, la chiesa venne restaurata per la seconda volta e si può presumere che in quella occasione venisse chiuso il portico antistante, inglobandolo nel corpo della chiesa, che divenne in tal modo più ampia. [7]

Proprio in virtù di questo restauro e considerata la grande frequentazione di questa chiesa, il cardinale Parocchi, arcivescovo di Bologna, attribuì a essa il titolo di ‘santuario’, con tutti i relativi privilegi che derivavano da ciò, e accordò “indulgenza di 100 giorni per una volta al giorno a chiunque verrà a visitarlo e vi reciterà le Litanie lauretane o sette Ave Maria”. [8]

Il santuario, a una sola navata, fu completamente affrescato nell’Ottocento dal bazzanese Pio Passuti, che lo abbellì con decorazioni allegorico-floreali. Presumibilmente ciò dovette avvenire dopo la visita pastorale del 1879, poiché nel verbale relativo si legge: “Agli angioletti con poca decenza mal pinti nella volta dell’abside si sostituiscano i simboli o le immagini delle virtù”. [9]

E infatti il Passuti, proprio in questo spazio, dipinse i simboli della prudenza, della giustizia, della fortezza e della temperanza: le quattro virtù cardinali, appunto.

Sull’altare era posto il quadro della Madonna col Bambino, di autore anonimo, ma attribuibile al XVII secolo, trafugato alcuni anni fa e sostituito da una copia. In occasione della visita pastorale del 15 luglio 1700 si dispose che il dipinto fosse dotato di un sistema di corde, per poterlo abbassare, quando si voleva permettere ai fedeli di toccare l’immagine della Madonna.

Ai lati di questo quadro erano presenti, e lo sono tuttora, altri due dipinti, anch’essi d’autore anonimo e attribuibili allo stesso periodo, raffiguranti rispettivamente S. Sebastiano e S.Rocco, i santi invocati a protezione della peste.

Alla parete a sinistra è appeso un grande crocifisso, che fu acquistato a Bologna e portato processionalmente nel santuario il 4 novembre 1921. [10]

L’ultimo intervento di risanamento a cui la chiesa fu sottoposta risale al 1996, quando ‒ per iniziativa dei Lions Club “Bologna - Valli Lavino Samoggia” e “Bazzano Rocca dei Bentivoglio” ‒ i basamenti delle pareti dell’edificio furono impermeabilizzati, per fermare il deterioramento degli intonaci e dei sovrastanti dipinti.

Per quanto riguarda le funzioni liturgiche, che si svolgono da epoca remota presso il santuario, vanno senz’altro ricordate le “Rogazioni” ‒ ossia le processioni con cui nel mese di maggio si porta nei vari quartieri del paese l’immagine della Madonna della Sabbionara ‒ e la festività della Beata Vergine del Carmine, che a luglio vede raccolti in preghiera presso il santuario i confratelli del Carmelo e gli altri fedeli.

 

_______________________

[1] Archivio parrocchiale di Bazzano (BO), Visite pastorali, 1568-1776, reg. 2.1.1.

[2] Ibidem.

[3] Ibidem, Libro della chiesa di Bagiano detta la Sabbionara, 1630-1678, reg. 6.1.1, c. 19r. Il portico esisteva ancora nel 1731, come si deduce dal fatto che in quell’anno se ne dispose la sistemazione: “Porticum ante ecclesiam resarciri”, cfr. Ibidem, Visite pastorali, 1731 ottobre 4, reg. 2.1.1., c. 31v.

[4] Ibidem, cc. 21r-v.

[5] Ibidem, cc. 2r e segg.

[6] Ibidem, Confraternita della B.V. del Carmine, Atti istitutivi, 1631, fasc. II.1.1.

[7] Ibidem, Visite pastorali, 1879, b. 2.1.2.

[8] Ibidem.

[9] Ibidem.

[10] A. Ramenghi, Bazzano nella storia e nell’arte. Dall’XI al XX secolo, Bologna 1972, p. 54.