Africa

Mapanda/Usokami

Il primo legame è certamente quello con la Chiesa di Iringa, in Tanzania, nel cui territorio si trovano le parrocchie di Usokami e di Mapanda. Questa infatti è una “missione diocesana” per la quale celebriamo ogni anno, la terza domenica di Quaresima, una Giornata di solidarietà.

La nostra Chiesa di Bologna è presente in Tanzania, sull’altopiano della regione di Iringa, a un’altezza tra i 1600 e i 2000 metri sul livello del mare, dal gennaio 1974.

È una presenza che nasce da un gemellaggio tra la Chiesa di Bologna e la Chiesa di Iringa, in una prospettiva di comunione e di cooperazione tra due Chiese che ha radici nelle indicazioni dell’Enciclica di Pio XII “Fidei Donum” (1957), in cui si sottolineava la responsabilità e il possibile servizio missionario di ogni Chiesa locale.

Alla nostra Chiesa fu affidata la parrocchia di Usokami, un territorio vasto come la stessa Diocesi di Bologna. Ai due sacerdoti diocesani e alle tre suore delle Minime dell’Addolorata, partiti inizialmente, si aggiunsero presto due ragazze ostetriche e, successivamente, nel ’79, un laico che ha dato vita a una cooperativa agricola e a una scuola di falegnameria e di agraria; in seguito la comunità si è arricchita della presenza dei fratelli e delle sorelle della Comunità delle Famiglie della Visitazione, rispettivamente nell’83 e nell’88.

In questi anni si sono alternati anche numerosi laici, con presenze a volte prolungate di anni, a volte di mesi, a volte di poche settimane per un’esperienza di condivisione e di scambio.

All’impegno primario dell’evangelizzazione e dell’attività pastorale, si è accompagnata nel corso di questi anni un’attività di assistenza sanitaria, di promozione umana e di formazione professionale. In particolare:

  • L’impegno per l’annuncio del vangelo si è svolto nei 18 villaggi di cui era costituita la parrocchia (i più lontani distavano 60 km) che in questi anni hanno visto nascere e poi crescere, sempre più, comunità di cristiani che hanno poi costruito, collaborando personalmente, la loro chiesa-cappella prima di fango e paglia e poi di mattoni o pietre; durante le celebrazioni di Pasqua e Pentecoste venivano battezzati mediamente dai 300 ai 400 tra ragazzi e adulti. Particolare attenzione è stata data alla formazione dei catechisti, veri punti di riferimento per le comunità dei vari villaggi, e ai seminaristi della parrocchia: 6 sono i sacerdoti già ordinati.OLYMPUS DIGITAL CAMERA
  • È stato costruito un Centro Sanitario in grado di fornire prestazioni ambulatoriali e possibilità di degenza per 80 posti letto, circa; ne fanno parte anche: una clinica per le visite periodiche dei bimbi dei vari villaggi; un Centro Malnutriti che dal 1992 vede ricoverati 500 bambini circa all’anno, con le loro mamme, nella fascia di età compresa tra 2 e 8 anni e infine, dal 2003, un Centro per la cura, l’assistenza e la prevenzione dell’HIV Quest’ultimo ha attualmente in cura più di 2500 ammalati e si propone di essere, pur se piccolo, un segno tangibile di aiuto alle tantissime persone coinvolte in modo diretto o indiretto in quella sconvolgente epidemia.
  • Dal 1986 è stata aperta una Casa della Carità (Nyumba ya Upendo) come risposta alle esigenze di alcune persone in gravi difficoltà; attualmente accoglie una cinquantina di bimbi orfani o abbandonati per rispondere alle richieste sempre più in aumento con il dilagare dell’HIV.
  • Si sono organizzati corsi di economia domestica (cucito, igiene, cucina, coltivazione dell’orto, allevamento animali…) come preparazione alla vita matrimoniale di ragazze provenienti dai vari villaggi.
  • Si sono aperte scuole materne parrocchiali in quasi tutti i villaggi della parrocchia: in esse i bambini, numerosissimi, prima di iniziare la scuola elementare statale, ricevono una prima formazione insieme a un pasto.
  • È stata costruita una centrale idroelettrica che a Pasqua del 1988 ha consentito di accendere la prima luce nel piazzale della parrocchia di Usokami. Quest’ opera è stata frutto di anni di lavoro di tanti volontari inseriti nell’organismo “Solidarietà’ e Cooperazione senza frontiere” e del suo instancabile animatore e coordinatore Edgardo Monari.

Alcune grosse iniziative hanno particolarmente impegnato la Chiesa di Bologna nei confronti di tutta la diocesi di Iringa e anche di altre diocesi del Tanzania:

  • La stampa dei libretti della Liturgia delle Ore in kiswahili.
  • La stampa, e in parte traduzione, della Bibbia in kiswahili, nel 1997, in occasione dei 100 anni di annuncio del Vangelo nella Regione di Iringa.
  • La traduzione e la stampa in swahili di testi sacri, liturgici, patristici a cui hanno lavorato i fratelli e le sorelle della comunità delle “Famiglie della Visitazione”.
  • La costruzione a Usokami, di una nuova Chiesa parrocchiale che è anche Santuario Mariano dedicato a ”Nostra Signora di Fatima”, consacrata dal Vescovo di Iringa, mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, il 13 ottobre del 2000.

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Dal 1° gennaio 2012 i sacerdoti di Bologna hanno lasciato la parrocchia di Usokami, affidata dal Vescovo di Iringa a un parroco e a un vice parroco tanzaniani, e si sono trasferiti a Mapanda, la nuova parrocchia, nata dalla suddivisione del territorio della parrocchia precedente. L’istituzione di questa nuova parrocchia, costituita da 8 villaggi, ha comportato anzitutto la costruzione delle strutture per l’insediamento. Sono, così, sorte la casa dei Padri, il salone per le varie attività pastorali, i locali per l’accoglienza di gruppi provenienti dai villaggi, per periodi di formazione, e la casa delle suore che all’inizio del 2015 raggiungeranno i Padri nella nuova parrocchia.

Con il trasferimento dei nostri missionari nella nuova parrocchia di Mapanda non è tuttavia venuto meno l’impegno della comunità diocesana bolognese nei confronti di Usokami, dove sono ancora presenti le Suore Minime dell’Addolorata e la famiglia del laico Carlo Soglia. OLYMPUS DIGITAL CAMERASoprattutto non è venuto meno il sostegno economico al Centro Sanitario, indispensabile perché vada avanti un servizio per una popolazione molto povera, che non può permettersi di sostenere i costi di cure e medicinali.

Il sostegno economico da parte di Bologna continua anche per altre due realtà che da sole non sarebbero in grado di sostenersi: la Casa per i bambini soli (chiamata dal governo ”Makao ya watoto”)  e le Scuole materne dei villaggi (“Shule za chekechea”).

Per queste due realtà il sostentamento è stato affidato, in particolare, alla ONLUS “Progetto Speranza”, l’Associazione di Volontariato appositamente nata per aiutare a sopravvivere realtà di assistenza sociale in Tanzania e in Brasile, ma anche per venire incontro a famiglie messe in seria difficoltà, in Italia, dalla crisi economica.

Maggiori possono essere reperite sul sito delle missioni di Bologna.